Ceramica di importazione euboica, in misura maggiore di imitazione, prodotta a Naxos all’indomani della fondazione, è attestata in abbondanza, nei livelli più antichi dell’abitato. Il repertorio di forme è molto ampio: dalle grandi anfore su piede, con decorazione tardo-geometrica, ai numerosi crateri, taluni con becco di versamento, ai tanti tipi di coppe e, tra queste, quelle ad uccello singolo, alle lekanai, ai piatti di diverse dimensioni, sino alle brocche a collo tagliato, forma inconfondibile di derivazione euboica, quando documentata in contesti coloniali.
Le due ali del piano superiore del Museo, sono dedicate rispettivamente, ai reperti delle aree sacre ed a quelli provenienti dalla città arcaica e classica e dalle necropoli del V e del III secolo a.C. L’esposizione si conclude con manufatti relativi alle fasi di vita più tarde nel sito. Sullo stesso piano, nella sala di ingresso, sono raccolti in una teca alcuni esemplari di monete d’argento d’età classica provenienti da zecche di diverse città della Sicilia e da Reggio.
Gli ex voto del Santuario sud-occidentale della città, in maggioranza costituiti da protomi fittili femminili di tardo VI secolo (dai fondali presso Isolabella proviene però l’unico esemplare intero in esposizione) riempiono una vetrina dell’ala dedicata alle testimonianze dalle aree sacre. Il resto di questo spazio è occupato da rivestimenti fittili dei tetti degli edifici dei due santuari e dalle antefisse a maschera silenica, che, tuttavia, non hanno provenienza esclusivamente sacrale: esse si ritrovano sia nei tetti delle case, sia nelle coperture delle tombe, anche se la loro utilizzazione in edifici sacri rimane prevalente. Un posto di rilievo, nella sala, è occupato dai frammenti di una grande lastra frontonale con figura di Gorgone, di chiara derivazione Corinzia, che decorava lo spazio triangolare del timpano di un edificio del santuario ad ovest del torrente Santa Venera (580 a.C.).
Le testimonianze dell’abitato dalla fine del VII a tutto il V secolo a.C., sono costituite soprattutto da vasi, o da frammenti di vasi; ma tra essi si trovano altri manufatti scoperti in contesti domestici, come frammenti di arule con decorazione a rilievo, statuette, lucerne, fornelli portatili. Con i pesi fittili, è stato ricostruito un modello di telaio verticale. I corredi rinvenuti nella necropoli scoperta in Contrada Recanati nel 1975 si distribuiscono nell’arco del V secolo a.C. con una non rilevante incidenza di importazioni attiche. Tra i corredi delle sepolture del III secolo a.C. generalmente costituiti da unguentari, un posto di spicco ha il corredo della tomba del Chirurgo, con un raro e ben conservato esemplare di Coppa Vitrea, forse di fabbricazione alessandrina (inizi del III secolo a.C.).
All’interno del Torrione Borbonico, infine, sono in esposizione i ritrovamenti sottomarini. E’ notevole il vasto repertorio di ancore in pietra e di ceppi d’àncora in piombo, (un vero e proprio archivio), in maggioranza prelevati negli anni ’60 nel mare di Naxos e nelle vicine baie taorminesi.
Testo a cura della dott.ssa Maria Costanza Lentini
Supplemento "Luoghi di Sicilia" della Rivista Kalos (anno 2002)
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